Biografia

giovedì 22 settembre 2011

Gasperino V il debole


asperini non è mai stato un allenatore carismatico. Anche i muri sanno che la sua più grande qualità è la mitezza interiore e la tranquillità che trasmette allo spogliatoio, non certo la decisione e l’autorità. Qualità buone per una squadra di seconda fascia, come poteva essere il Genoa, non certo l’Inter. Chi vi scrive quest’anno non ha mai visto una singola partita dei nerazzurri, in quanto sapeva che la loro programmazione targata 2011\12 era sbagliata alla base, perchè la scelta di un tecnico senza il necessario carisma per gestire uno spogliatoio deciso e un ambiente esigente come quello dei vicecampioni d’Italia uscenti, non poteva che dare i risultati sotto gli occhi di tutti. Detto fatto. Moratti di errori ne ha fatti tanti, le stagioni pre-calciopoli lo dimostrano, ma mai aveva affidato la squadra in mano a tecnici senza grande forza decisionale e con la pacatezza al limite della remissività dell’ex rossoblu, già peraltro allontanato da Preziosi per motivi simili. E la previsione (confermatasi fondata e veritiera) del sottoscritto non era condita da qualunque forma di antipatia verso l’uscente tecnico interista, anzi di stima, in quanto prima di un amichevole infrasettimanale col Genoa fu l’unico a degnarsi di salutare la panchina avversaria, ignorata da tutto il resto del suo gruppo, dirigenti compresi.
Tornando a Moratti, come già detto, dei tanti errori commessi mai c’era stato quello di fondare un progetto su allenatori privi di carisma e personalità come il Gasp, e quindi per fare un ricorso storico occorre addirittura tornare al medioevo uscendo dal contesto sportivo per passare a quello ecclesiastico: verso la fine del 1200 vi fu un papa, noto eremita, che fu eletto quasi contro la sua volontà e poi costretto a dimettersi pochi mesi dopo per l’incapacità dovuta a debolezza, ignoranza e avversione verso i rapporti umani. Wikipedia lo racconta cosi:
La notizia dell’elezione gli fu recata da tre vescovi, nella grotta sui monti della Maiella, dove il frate risiedeva. Sorpreso dall’inaspettata notizia, il frate, forse anche intimorito dalla potenza della carica, inizialmente oppose un netto rifiuto che, successivamente, si trasformò in un’accettazione alquanto riluttante, avanzata certamente soltanto per dovere d’obbedienza.
Appena diffusa la notizia dell’elezione del nuovo Pontefice, Carlo d’Angiò si mosse immediatamente da Napoli e fu il primo a raggiungere il frate. In sella ad un asino tenuto per le briglie dallo stesso Re e scortato dal corteo reale, Pietro si recò nella città di Aquila (oggi L’Aquila), dove aveva convocato tutto il Sacro Collegio. Qui, nella chiesa di Santa Maria di Collemaggio, fu incoronato il 29 agosto 1294 con il nome di Celestino V.
Uno dei primi atti ufficiali fu l’emissione della cosiddetta Bolla del Perdono, bolla che elargisce l’indulgenza plenaria a tutti coloro che confessati e pentiti dei propri peccati si rechino nella Basilica di Santa Maria di Collemaggio, nella città dell’Aquila, dai vespri del 28 agosto al tramonto del 29. Fu così istituita la Perdonanza, celebrazione religiosa che anticipò di sei anni il primo Giubileo del 1300, ancora oggi tenuta nel capoluogo abruzzese.
In pratica, Celestino istituì a Collemaggio un prototipo del Giubileo, successivamente copiato dal suo successore.
Il nuovo Pontefice si affidò, incondizionatamente, nelle mani di Carlo d’Angiò, nominandolo “maresciallo” del futuro Conclave. Ratificò immediatamente il trattato tra Carlo d’Angiò e Giacomo d’Aragona, mediante il quale fu stabilito che, alla morte di quest’ultimo, la Sicilia sarebbe ritornata agli angioini(….)
In effetti Pietro da Morrone dimostrò una notevole ingenuità nella gestione amministrativa della Chiesa, ingenuità che, unitamente ad una considerevole ignoranza (nei concistori si parlava in volgare, non conoscendo egli a sufficienza la lingua latina) precipitò l’amministrazione in uno stato di gran confusione, giungendo persino ad assegnare il medesimo beneficio a più di un richiedente.
Circa quattro mesi dopo la sua incoronazione, nonostante i numerosi tentativi per dissuaderlo avanzati da Carlo d’Angiò, il 13 dicembre 1294 Celestino V, nel corso di un Concistoro, diede lettura della seguente lettera:
« Io Papa Celestino V, spinto da legittime ragioni, per umiltà e debolezza del mio corpo e la malignità della plebe [di questa plebe], al fine di recuperare con la consolazione della vita di prima, la tranquillità perduta, abbandono liberamente e spontaneamente il Pontificato e rinuncio espressamente al trono, alla dignità, all’onere e all’onore che esso comporta, dando sin da questo momento al sacro Collegio dei Cardinali la facoltà di scegliere e provvedere, secondo le leggi canoniche, di un pastore la Chiesa Universale. »
(Celestino V – Bolla pontificia, Napoli, 13 dicembre 1294)
Come possiamo notare la storia si ripete, sempre, comunque e ovunque. Vero, la lunga digressione clericale potevo anche risparmiarvela… Ma dite la verità, le due storie non s’assomigliano?

giovedì 8 settembre 2011

Sciopero calciatori, antefatto

Come ogni italiano medio il tuttologo è tornato dalle vacanze agostane, anche se già da un paio di settimane a dire il vero. Ho aspettato un po'di giorni per cercare di capire realmente i motivi di suddetta astensione. Perchè di tutto s'è detto, che i calciatori sono degli inetti e dei delinquenti, perchè siccome prendono tanti soldi non possono impedirci di vederli all'opera quando vogliamo. Motivazione che è assurda sia nella forma (se provate a rileggere il periodo precedente ve ne rendete conto) che nel contenuto: perchè innanzitutto scioperare è un diritto fondamentale collettivo, ma soprattutto è follia negarlo su base censitaria, in quanto diverrebbe pretestuoso a danno dei normali lavoratori. E sopratutto avversarlo senza realmente conoscerne i contenuti.
Ma entriamo un po'nel merito di questa controversia tra Lega Calcio e Associazione Italiana Calciatori (AIC). Il punto principale della controversia è il format contrattuale collettivo che la Lega vorrebbe imporre ai calciatori, ovvero uno stipendio totalmente basato sui risultati stagionali, al fine di garantire sufficiente respiro alle casse societarie sopratutto per fermare la spirale di fallimenti in Lega Pro. L'AIC è d'accordo, ma solo a metà, ovvero vuole cmq metà salario garantita e solo l'altra metà "a cottimo". In questo caso è palese la ragione dalla parte di Damiano Tommasi, il rappresentante dei giocatori. Perchè è giustissimo che vi sia il merito anche dal punto di vista finanziario, senza più quell'una tantum irrisoria economicamente in caso di successo, sostituita da un'oscillazione importante dell'ingaggio. Ma i calciatori sono pur sempre esseri umani e pur sempre han diritto a un minimo di garanzie per le loro famiglie e di riconoscimento per il lavoro svolto. E non fatevi ingannare dal populismo dei presidenti del"prendono troppi soldi", perchè il loro obiettivo è solo creare profitto e ingrassarsi ancora di più. Zamparini insegna.Seguono quindi cavilli burocratici, quali il pagamento multe dei giocatori che secondo la Lega sono di competenza delle società e per l'AIC del collegio arbitrale(la disciplinare che decide sulle squalifiche). Qui sarebbe stato sufficiente un minimo di buonsenso generale quale un regolamento condiviso tra staff e spogliatoio a seconda delle esigenze della singola squadra, senza contare poi che tali contravvenzioni per loro valgono quanto la borsa della spesa per noi comuni mortali. Cosi come per le terapie fisiche, che le squadre pretendono si facciano coi medici interni, mentre Tommasi chiede la libera e legittima scelta. Legittima scelta che invece rivendicano le squadre nel scegliere chi mettere fuori rosa e chi no. Se ci sono delle regole,a patto che siano condivise collettivamente, van rispettate. Se non s'è d'accordo, si cambi aria.E qui entra in gioco la grana dei trasferimenti, coi presidenti che invocano il diritto di scegliere unilateralmente il cambio di casacca di ogni singolo calciatore a parità d'ingaggio e livello calcistico tra la società cedente e quella acquistante. In sostanza la Lega di Beretta vuole poter dare totale libertà alle società sul mercato senza tener minimamente conto dell'opinione del giocatore, garantendo solo la continuità d'ingaggio e categoria. Un po'come se voi, dipendenti dell'azienda A, rfiutaste il passaggio in quella B per un qualsiasi motivo plausibile (es: dover lavorare con l'ex moglie, ndr) ma foste costretti coattivamente, mantenendo solo lo stesso stipendio e grado di prima. Infine ci sarebbe stato anche da parlare del contributo di solidarietà, ovvero la tassa annua del 10% sui redditi oltre i 90mila euro che Lega e AIC volevano far pagare ciascuno alla controparte. Ma il governo l'ha recentemente ritirata, per cui il problema non esiste più, anche se finchè era in vigore (lo sarebbe ancora, ma scadendo il decreto verso metà ottobre sarà comunque inefficace, nda) aveva ragione la Lega Calcio, in quanto era un'imposta per i ceti particolarmente benestanti, quindi i calciatori e non le società in profondo rosso.Insomma, riassumendo tutto quanto, dettagli trascurabili ed ex contributo di solidarietà a parte, possiamo dire che lo sciopero dei calciatori, a prescindere dal loro tenore di vita, è sostanzialmente giusto. Premesso che tale tenore è meritato, in quanto dovuto a un reddito annuo ottenuto grazie alla legge del mercato, che porta ingenti quantità di danaro al pallone e distribuisce i giusti dividendi ai loro attori, dobbiamo inoltre tutti quanti imparare ad ASCOLTARE le richieste di chiunque abbia la qualità di essere umano, guardando le idee e non facendoci aizzare dal populismo dei media (detenuti in larghissima parte dagli stessi proprietari di squadre peraltro) sullo stile di vita degli scioperanti. Occorre quindi informarsi, e sopratutto usare il BUONSENSO, ormai desueto nel Belpaese. Buonsenso che, una volta tanto (e con un rappresentante di grande intelligenza quale Damiano Tommasi) i calciatori han saputo usare.
PS: E'notizia fresca di agenzia che il contratto è stato firmato e venerdi comincerà definitivamente il campionato. Sarà l'argomento della prossima settimana

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Ciao a tutti. Inaguro oggi il mio blog di informazione generalista, che s'occuperà in particolare... DI TUTTO. Con la massima competenza e accuratezza possibile, e senza alcun filtro idelogico, parleremo di argomenti d'attualità di ogni genere, dalla politica al gossip, dallo sport alla geriatria con  particolare attenzione sulla politica e lo sport, le mie due principali passioni, e occhio critico ma indipendente per soddisfare i miei editori, che siete voi lettori! A presto